Marina Girardi, che è anche fumettista, mi ha inserito tra i suoi fumettisti liquidi per la sua tesi alla Accademia di Bologna, indirizzo fumetto...
Il fiume sfilacciato della memoria,
i margini inquieti dei fantasmi di Marino Neri.
Come camminare in un bosco con la luce che filtra dalle foglie, come guardare il cielo stesi in un canneto, come infilare la mano nel fango e poi spalmarsi la faccia. Le storie che racconta, Marino Neri le raccoglie così, come un bambino in riva al fiume. Le raccoglie accostandosi all’orecchio una cicala, spiando la perpetua che si trucca di nascosto, seguendo il gatto nero della nonna fino a dentro il fienile. E così saltano fuori i fantasmi con tutto quello che hanno da dirci, con spalancate bocche a pennello secco. E dal fondo del fiume ci riportano le scarpe vecchie, le carcasse d’auto, le pistole e le avemarie.
Come la foschia densa della campagna sovietica di in un film di Tarkowsky, la china secca di Neri sfilaccia i margini delle cose e le lascia galleggiare inquiete senza mai costringerle a fermarsi, a dirci chi sono veramente.
Ivan s’infilava nel Volga per diventare un piccolo eroe dell’Armata rossa, Bruno va a trovare il re dei fiumi, Elga quando sarà santa correrà più veloce delle pallottole. E Neri riesce a scendere fino al fondo della miniera e a illuminare per noi le sue pareti di cristallo.
Qui l'intervista e il blog di Marina con le altre interviste
lunedì 1 febbraio 2010
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